A cura di Manuela Moschin
Oggi vi invito a immergervi nelle opere del pittore veneziano Antonio Canal detto il Canaletto (Venezia, 1697- Venezia, 1768), il maestro del vedutismo, un genere pittorico sorto nel Settecento, nel quale veniva dato risalto al paesaggio e alla città.
Il suo maestro fu Bernardo Canal, ossia il padre, uno scenografo con il quale collaborava nell’allestimento di teatri veneziani, dove Antonio dipingeva scenografie teatrali. Ammirare gli scorci di Venezia, arricchiti di moltissimi dettagli, realizzati con grande precisione e uno straordinario realismo, significa addentrarsi all’interno di scenari alquanto suggestivi.
Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo, in cui rivivere un periodo di grande rinnovamento. Sui suoi dipinti regnano imbarcazioni, gondole, gondolieri, figure mascherate, abiti dell’epoca creati con una minuzia lenticolare lodevole. I dipinti di Canaletto hanno il pregio di riprodurre immagini realistiche, che l’artista riusciva a ottenere grazie all’esattezza prospettica del disegno e alle precise condizioni di luce nei colori caldi e brillanti.
I quadri sembrano vecchie cartoline illustrate, in cui il chiarore e l’effetto dinamico risaltano istanti di vita quotidiana. È con particolare ammirazione che ci si sofferma a osservare ogni minimo gesto delle figure che animano la scena. Il pittore per realizzare le sue famose vedute prospettiche impiegava una tecnica particolare, consistente nell’utilizzo della camera ottica o camera oscura.
Era uno strumento simile alla macchina fotografica, che serviva a definire lo spazio. L’immagine, passando attraverso un obiettivo, veniva proiettata su un foglio oppure direttamente sulla tela e poi ricalcata. Sono celebri anche i suoi Capricci, una serie di opere composte da scene urbane immaginarie, in contesti inventati, ma con architetture esistenti.
A Roma, dove Canaletto si trasferì, ebbe l’occasione di conoscere il vedutismo fiammingo, diffuso a seguito della presenza dell’olandese Gaspar van Wittel (1653 – 1736), il padre di Luigi Vanvitelli. Quando Canaletto ritornò a Venezia si dedicò alle pitture di vedute, allacciando anche i rapporti con i pittori Luca Carlevarijs e Marco Ricci.
A Londra poi ricevette numerose commissioni inglesi attraverso l’amico mecenate e collezionista d’arte Joseph Smith(1682-1770). I successori di Canaletto furono il nipote Bernardo Bellotto, che ritrasse molte città europee e Francesco Guardi. Il dipinto Piazzetta San Marco con la Loggetta e la Libreria raffigura la parte occidentale della Piazzetta con la Biblioteca e la Loggetta, e fu commissionato durante il dogado di Andrea Gritti. Sullo sfondo in lontananza appare il Bacino e la chiesa San Giorgio Maggiore, opera di Andrea Palladio.
Il dipinto di Canaletto, qui raffigurato, è visitabile fino al 25 marzo 2022 nella mostra Venetia 1600. Nascite e rinascite, allestita nel Palazzo Ducale di Venezia, dove sono esposte diverse opere di altri artisti, quali Carpaccio, Tiziano, Tiepolo e Guardi.
Lo storico dell’arte Roberto Longhi definì le opere di Canaletto:
Certezza illuministica di verità assoluta.
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Sono Manuela Moschin, scrittrice, nata a Venezia-Mestre e attualmente vivo e lavoro in provincia di Venezia. Ho conseguito la laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indirizzo Storia dell’Arte. La mia opera prima è “ātman”. Nel mese di maggio 2022 alcuni miei scritti sono stati selezionati per “Risveglio”, un’antologia a cura di Storie di Libri, mentre nel settembre dello stesso anno ho pubblicato il saggio “Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte”, Espera Edizioni. Nel mese di marzo 2023 ho pubblicato assieme a mia madre Mirella Alberti, deceduta, la raccolta di poesie “Un giglio bianco al 4910” a cura di Storie di Libri. Collaboro in linea diretta con storiedilibri.com e diverse testate online. Dalla mia passione per le materie umanistiche nasce il blog librarte.eu, contenitore di articoli di storia dell’arte e recensioni di libri.