Einaudi Editor
A cura di Manuela Moschin
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Ho conosciuto lo scrittore Marco Missiroli il 16 settembre 2023 all’evento Pordenonelegge. Una serie di libri impilati pronti per l’acquisto erano sistemati sul tavolo, dove si svolgeva la manifestazione. Dalle copertine emergevano diversi titoli di libri dell’autore. Le sinossi erano tutte accattivanti, ma una in particolare richiamò la mia attenzione. Il romanzo che acquistai si intitola “Bianco”. Appena tornai a casa non resistetti, sfogliai così le prime pagine per leggere l’incipit e da lì in avanti la mia curiosità di conoscere il finale della storia non si fermava. Complice della rapidità in cui finii di leggerlo è stato senz’altro lo stile fluente dell’autore, una forma che ben si adatta al tema trattato. Un linguaggio pulito, essenziale, mai ripetitivo. Grazie all’utilizzo di capitoli brevi con una prosa coinvolgente e al modo in cui avviene una perfetta caratterizzazione dei personaggi, oltre all’impiego di precise descrizioni, Marco immerge il lettore in una storia commovente e spinosa nello stesso tempo. Un romanzo intenso e struggente che lascia un segno nel cuore, una storia che non si dimentica. Moses Carpenter, un anziano vedovo e di poche parole che ha vissuto di ideali basati sulla discriminazione, si trova nella condizione di sorprendere sé stesso, quando si renderà conto che prima di tutto prevalgono i valori umani, l’amore e l’amicizia. Ma una recensione non è sufficiente per comprendere le qualità letterarie di quest’opera. È necessario leggerla. Complimenti Marco, sono rimasta veramente colpita dal tuo straordinario romanzo.
«Diceva che il bianco non c’entra niente con la pelle della gente. Diceva che il bianco c’entra solo con la morte. E sa perché, signore? Perché il bianco non è un colore ma il vortice che si mangia tutti i colori. Come la morte, il vortice che si mangia le cose fatte in una vita. E noi diventiamo il bianco quando chiudiamo gli occhi per l’ultima volta».
Tratto da “Bianco” di Marco Missiroli.
Sinossi
«Quale dio crea una pelle scura? Quale dio unisce il bianco e il nero nella carne e nell’amore? Il Verbo di quel dio è Verbo? Non può essere che demonio. Moses fissò la finestrella, l’acqua era un ragno che colava sul vetro. O Signore dammi la forza». Ambientato negli Stati Uniti del Sud degli anni Settanta, “Bianco” racconta di redenzione, di fragilità e contraddizioni. Quelle di Moses Carpenter, un uomo ormai anziano, un vecchio esponente del Ku Klux Klan, educato all’odio per i neri. Una moglie che non c’è più, un passato che non lo abbandona e un presente che lo cambia. Accade quando nella casa di fronte alla sua, disabitata da anni, arriva una famiglia mista che la comunità vede come intrusi da cacciare con le buone o con le cattive, e guarda a Moses come un punto di riferimento. Ed è allora che qualcosa in lui si spezza e provoca una rottura che riapre vecchie ferite. Un fiume, un ragazzo nero che diventa ossessione. Questa volta, però, gli occhi e il cuore di Moses vedranno ciò che non hanno mai voluto vedere, che non ci sono i colori, o meglio ce n’è soltanto uno che è la somma di tutti. Il bianco.