A cura di Manuela Moschin
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«Ci vuole molto tempo perché un uomo assomigli al suo ritratto»
James Abbott McNeill Whistler
Buongiorno con l’artista statunitense James Abbott McNeill Whistler (Lowell, 10 luglio 1834 – Londra, 17 luglio 1903) (Fig.4), un pittore che ha molto da raccontare anche sotto il profilo biografico. Egli nacque nel Massachusetts, ma a causa della professione del padre, che era un ingegnere, si trasferì in giovane età in Russia. L’ambiente, però, non risultò adatto per l’artista, che venne inviato dai genitori a Londra presso il cognato Haden, una figura molto importante per la sua formazione artistica. In seguito, nel 1855, si recò a Parigi dove ebbe modo di conoscere Edgar Degas e Edouard Manet, esponendo finanche al “Salon des Refusés” nel 1863, accanto alla celebre tela di Manet “Le déjeuner sur l’herbe”.
Whistler non fu un impressionista a tutti gli effetti. Uno dei suoi rinomati dipinti fu “Composizioni in grigio e nero: ritratto della madre dell’artista” (Fig.1) 1871 olio su tela cm 144×162 Musée d’Orsay, Parigi, dove il semplice cromatismo caratterizzato dalla prevalenza del grigio e del nero, ne determina una grande armonia di genuine forme, che donano all’anziana madre una natura triste e malinconica.
“Sinfonia” è il titolo che l’artista diede a una sequenza di dipinti. Ne è un esempio questa “Sinfonia in bianco n. 1″ (Fig.2) del 1862 e conservata a Washington, National Gallery of Art. Il critico d’arte Renato Barilli nei confronti del dipinto si esprime così:«… domina lo slancio verticale per rendere giustizia alla bellezza del soggetto, una modella famosa, Jo Hiffernan, ben nota a tutto l’ambiente della bohème parigina per il magnifico colore rosso acceso della sua chioma: Whistler stabilirà con lei una relazione di parecchi anni… invaghì di sé anche Gustave Courbet… »
Eppure Whistler non era apprezzato da tutti, egli fu criticato dal pittore, scrittore e critico d’arte John Ruskin (1919-1900). C’è un aneddoto molto curioso nel quale il grande critico espresse una disapprovazione nei confronti di una serie di dipinti chiamati “Notturni” (Fig.3) e che Whistler vendette a duecento ghinee l’una.
Scrisse Ruskin: «Non mi sarei mai aspettato che un buffone chiedesse duecento ghinee per gettare un vaso di colori in faccia al pubblico».
Whistler risentito pensò bene di citarlo per diffamazione. Durante il processo gli fu chiesto se ebbe davvero preteso quella enorme somma. Egli rispose:«No, la chiedo per la conoscenza acquistata nel corso di un’intera vita».
A tal proposito scrisse E.H.Gombrich:«Eppure è strano vedere quanti punti gli avversari di questa triste vicenda giudiziaria avessero in comune. Entrambi erano profondamente insoddisfatti del loro ambiente squallido e brutto. Ma mentre Ruskin, più anziano, sperava di portare i propri contemporanei ad apprezzare meglio il bello, sollecitando il loro senso morale, Whistler divenne una figura di primo piano del cosiddetto “estetismo”, secondo il quale la sensibilità artistica è l’unica cosa seria nella vita”.
Arrivederci in Arte
Manuela