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Il Cristo coronato di spine, conservato nella Cappella del Sacramento del Duomo di Livorno, è un dipinto a tempera su tavola di Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico (Vicchio, 1395 ca. – Roma, 1544). L’attribuzione al pittore, un tempo incerta, venne confermata dallo storico e critico dell’arte Roberto Longhi, il quale collocò l’opera tra il 1430 e il 1435. Secondo lo storico dell’arte Renzo Villa, la frontalità della tavoletta di gusto fiammingo, si riferisce alla tradizione del Mandylium (Fazzoletto in siriaco) di Veronica, la santa che asciugò con il suo velo il sudore di Cristo durante le stazioni della Croce, rendendo impressa la sua immagine. Stravolto dalle persecuzioni, il volto di Gesù impressiona per l’espressione dolorosa, in cui sono evidenti i rivoli di sangue e gli occhi arrossati.
Sulla bordura dello scollo sono indicate le parole “Rex regum et Domi)n(u)s D(omi) nanti (um)” (Re dei re e Signore dei signori), mentre sull’aureola sono riportati i monogrammi della Passione, Passione che l’Angelico evidenziò dipingendo di rosso anche il tessuto della veste, l’aureola e le labbra.