A cura di Manuela Moschin
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Buongiorno in arte con questa straordinaria Annunciazione di Guido Reni (Bologna, 1575-1642), un’opera intensa, in cui dal volto della Madonna traspare un’infinita dolcezza, una peculiarità presente nelle opere di Raffaello. Il senso di devozione avvolge le figure, che sono state create tramite una particolare cura nei dettagli. Tutta la scena appare morbida con le nuvole vaporose e la resa naturale dei panneggi. Si nota nella composizione una perfezione delle forme, riferita al concetto di bellezza ideale. Qui Reni si discosta dai modelli di Caravaggio, le cui opere erano crude e realistiche, per riprodurre invece un’opera essenzialmente raffaellesca, dove dominano la delicatezza e la raffinatezza. Sullo sfondo si trova un paesaggio, chiaro riferimento all’hortus conclusus, simboleggiante la verginità di Maria. È un’immagine nitida quella di Guido Reni, in cui l’Angelo si manifesta con due normi ali davanti a Maria reggendo in mano il giglio, simbolo di grazia e purezza. La luce divina dello Spirito Santo, impersonato da una colomba, si rifrange sui personaggi in una visione celeste, donando loro un vero senso di sacralità. L’opera, che risale al 1628-1629, è conservata nella Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno.