A cura di Manuela Moschin
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In questi giorni si è parlato molto del recente restauro dell’Assunta di Tiziano Vecellio, conservata nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari di Venezia. I lavori di restauro, durato quattro anni, hanno dato alla luce alcune novità, rappresentate dalla presenza di due angeli nei pennacchi ai lati della cornice lapidea. Giulio Manieri Elia, il direttore dei lavori, informa che «C’erano già stati quattro interventi, nel 1816, 1906, 1964 e nel 1974, oltre ad altri più antichi. Sono state utilizzate nuove generazioni di solventi più blandi. L’elemento centrale era il colore, gli interventi passati erano stati uniformati con una patina che, tolta, ha valorizzato il rosso nelle sue diverse declinazioni, facendo emergere il ’quasi rosa’ della tonaca. La ricchezza cromatica permette di trovare una spazialità corretta, che ha ridato luce al dipinto». I tre restauratori sono stati Giulio Bono al dipinto, Egidio Arlango alla cornice lapidea e Roberto Saccuman alla pala lignea. L’intervento è stato finanziato da Save Venice.
La Pala rimanda alla contemporanea pittura toscana e romana, ma con un uso originale e inedito del colore che tramite i suoi contrasti naturalistici, ne accentua la drammaticità della scena. Pare che i frati criticarono il pittore a causa dell’eccessiva monumentalità delle figure degli apostoli. Cambiarono opinione quando seppero che l’ambasciatore imperiale austriaco desiderava acquistarla. La Pala dell’Assunta, conservata nell’altare maggiore, fu commissionata a Tiziano nel 1516 dal padre guardiano del convento dei Frari Germano da Casalea. L’opera rappresenta dal punto di vista iconografico un’innovazione, in quanto nella scena dell’Assunzione l’artista non raffigurò la morte o la sepoltura di Maria, come avveniva tradizionalmente in passato, ma la vediamo nel momento in cui sta miracolosamente ascendendo in paradiso, sopra una vaporosa nuvola tra lo stupore dei cherubini.
La narrazione si svolge su tre registri sovrapposti, dove in basso vi sono gli apostoli meravigliati con le braccia protese verso il cielo. L’espressione del volto della Madonna è dolce e radioso. Il suo abito estremante naturalistico è gonfiato dal vento. Al vertice della composizione il Padre Eterno si eleva con le braccia aperte illuminato dalla luce divina. I colori accesi nei rossi e nei verdi dei mantelli degli apostoli, il rosso della veste della Vergine, la luce e il movimento creano un’immagine realistica. La pala fu immediatamente apprezzata dai contemporanei per il suo evidente dinamismo. Tra di essi ci fu lo scrittore Ludovico Dolce (1508 o 1510-1568) che nel suo “Dialogo” (1557) scrisse in tono poetico:
“…Gli fu data a dipingere una gran tavola all’altar grande della Chiesa de’ Frati Minori: ove Titiano pur giovanetto dipinse a olio la Vergine, che ascende al Cielo, fra molti Angioli, che l’accompagnano, e di sopra lei affigurò un Dio Padre attorniato da due Angioli. Par veramente che ella ascenda, con un volto pien di humiltà; e il panno vola leggiadramente…”.
La Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari (inizio costruzione 1250 completamento 1338) fu realizzata in cotto con una decorazione esterna gotica. Essendo lunga centodue metri impressiona per le sue grandi dimensioni. Il suo impianto è a forma di Tau, uno dei simboli presenti in San Francesco.